GEW. 43
Farvi la storia del semiautomatico tedesco è lungo e incasinato. Sintetizzo: ci provano da prima del 1914 con la Mauser che non ci acchiappa neanche di striscio, il 2 dicembre 15 adottano il MONDRAGONcal.7x57 a recupero di gas, gli adattano un trommel e lo mettono sugli aerei ed in marina. Appena arrivano le mitragliatrici lo mollano subito. Nel 1941 o HWaA distribuisce le specifiche per un semiauto. Mauser e Walther si fanno subito sotto con il G41(M) e (W) che sembra siano stati prodotti complessivamente in 28.000 esemplari. Era un baraccone, e se paragonato al TOKAREV SVT40 che si trovarono di fronte (ambitissima preda !) lo si poteva considerare un vero cesso. Mollati subito i contratti in corso (70.000). Il 30 aprile 43 si adotta ufficialmente il Gew.43 alias Kar.43 che copiava la presa gas e caricatore estraibile da 10 colpi del Tokarev, e l’otturatore del G41 walther. probabilmente venne messo in produzione prima di essere perfezionato, non riuscì mai a scrollarsi di dosso la fama di poco affidabile. Sostanziali differenze fra G.43 e K.43 ? nessuno lo dice di preciso, forse la slitta per l’ottica, forse il filetto per il lanciagranate. Come che sia, nel 1944 ne vennero consegnati 324.300, si stima la produzione totale in 500.000 pezzi circa ( sempre da MARKHAM Armi del III° Reich)
Di cui 15.000 solo nello aprile 45 dalla qve WaA214. Quindi in sintesi:
fucile semiautomatico, 10 colpi, presa gas, chiusura ad alette, rotaia per ottica, munizione da fanteria standard.
Se lo StG44 è l’apoteosi della lamiera stampata, qui siamo nel regno del fuso e presso fuso o sinterizzato grezzo, appena lavorato di utensile solo dove serve.
Prodotto da:
ac, qve= Walther (Markham,Bryans )
duv, qve =Berlin Lubecker Maschinenfabrik (P.R.SENICH The German Sniper 1915/1945)
bcd=Gustloff-Werke Weimar
mentre sullo StG44 tutto è marcato dal subfornitore, qui si fatica a trovare marcature.
Calciolo metallico con sportellino: nulla
Bocchino: nulla
Gruppo ponticello del grilletto, bocchettone del caricatore: nulla
Caricatore: aye = Olimpia Bueromaschinenwerke AG Erfurt, aquila WaAB43
Ritto dell’alzo : aquila 359 ufficio di ZELLA MEHLIS
Portaotturatore: 1114 aquila 359
Identificativi d’arma: aquila 359, aquila nazi, G.43 1114gac = CARL WALTHER Waffenfabrik, Zella Mehlis,44=1944
Canna : bys = RUHRSTAHL AG Guss-stahlwerk, Witten, 2044,aquila 359, aquila nazi. Con mostruosi e grossolani tentativi di smontaggio. Banchi di gardone BD=1994 cat.5007 8x57js.
Anello presa gas: 2
Corpo arma: sparsi, 4, 7, 2, 7
Leva sgancio caricatore, grilletto, catena di scatto, aq 359
Scatola guidamolla e guidaotturatore :aquila WaAA44
Otturatore: aq.214 = ufficio di Lubecca, presso la BERLIN-LUBECKER Maschinenfabriken, Lubeck werke.
Pistone mobile presa gas, inconsueto, in unico pezzo forse imbutito: nulla
Parte fissa del pistone 359
Asta spingi portaotturatore: aq. 359.
Asta stantuffo di guida della doppia molla: nulla.
Unghia estrattore: a pennarello elettrico 53,
portapercussore 114 aq 359
otturatore, che non ha sgusci di alleggerimento, a pennarello elettrico 3289
alette chiusura ciascuna: 114 a pennarello + aq.359
calcio in laminato con piccola v nella finestra del passacinghia. La parte terminale, quella proprio sotto alla presa gas è stata asportata e sostituita con un bel lavoro ad incastro. Probabilmente con l’uso prolungato si era bruciacchiato tutto. Astina in legno laminato più facile da cambiare che riparare.
Il prezzo. Facciamo due conti: un garand II GM, fatti circa quattro milioni e mezzo di pezzi, tutto giusto, sareste felici di pagarlo duemilioni.
Di questi ne hanno fatto cinquecentomila = effetto rarità x 9
Quindi 2.000.000 x 9 = 18.000.000, o no ? e un garand sniper quanto lo paghereste ?
Allora, non protestate che ci aggiungo un sedicente Gw ZF4 completo di attacchi marcati soltanto K43. nessun WaA né codice fabbricante sull’ottica, soltanto 4x4,5° 271230, conforme all’originale: alzo torretta laterale, brandeggio torretta superiore. Dubbi sulla autenticità, anch’io,ma che vi frega, tanto è regalato ! arma in condizioni molto buone, ottima rigatura, buon legno riparato: RARA